Translate

mercoledì 17 ottobre 2012



“Aglio,fravaglie, fatture ca nun quaglie; corna, 

bicorna,cape ‘e alice e cape d’aglio” 





La 'superstizione' indica la credenza, di natura irrazionale, che gli eventi futuri possano essere influenzati da particolari comportamenti o oggetti, senza che vi sia una particolare relazione causale tra di essi. Quando la superstizione si basa sulla diceria di un potere malefico delle persone, si parla di 'malocchio'. Esso consiste nella capacità di procurare, volontariamente o involontariamente, danni a cose o persone attraverso una sorta di energia negativa che viene gettata attraverso lo sguardo, azione che nel dialetto napoletano è detto 'jettare' (gettare) e da qui deriva il termine 'jettatura'. 
La "jettatura napoletana" è una particolare ideologia nata a Napoli, in un ambiente colto, verso la fine del XVIII secolo. Tra la fine del '700 e per tutto l' '800, sono molti gli aneddoti che hanno come protagonisti gli "jettatori", tra i quali quello che narra della visita alla corte di re Ferdinando IV, di Andrea De Iorio, archeologo di fama indiscussa. Il re, felice di ricevere un personaggio di tale importanza, appena seppe della fama di jettatore di cui godeva si preoccupò non poco e il caso volle che, il giorno successivo, il re morì! Nonostante la probabilità di un decesso dovuto a cause naturali, data la vecchiaia del re, da quel giorno la fama di De Iorio jettatore, si consolidò ancor di più.

Venerdi 17 – mai un giorno e un numero hanno mai contato tanto a Napoli....

Per la smorfia napoletana il 17 è “la disgrazia”e abbinato al venerdì è ritenuto particolarmente sfortunato e a Napoli malocchio e scaramanzia sono cose serissime.
A Napoli, città piena di legende, misteri e superstizioni dove le credenze popolari diventano parte integrante della cultura. Ma per noi Napoletani a tutto c’è rimedio, anche contro la jettatura grazie ai molti scongiuri, chi non ricorda la formula antimalocchio “Aglio,fravaglie, fatture ca nun quaglie; corna, bicorna,cape ‘e alice e cape d’aglio” e amuleti: il gobbetto (‘o scartellato), il peperoncino, ma soprattutto il corno e le corna.. Oggi sono molti gli scongiuri e gli amuleti utilizzati per neutralizzare il malocchio: ilgobbetto (0' Scartellato, nella Smorfia Napoletana, a cui toccare la gobba, porta particolarmente bene), il ferro di cavallo, il numero 13, la corona di aglio, il peperoncino, il sale, ma soprattutto il corno e le corna (intese come gesto scaramantico).
IL CORNO 
E' l'amuleto più presente nelle case napoletane. La sua origine risale al periodo neolitico, quando gli abitanti delle caverne usavano appenderlo sull'uscio delle capanne come auspicio di fertilità. Successivamente i corni cominciarono ad essere offerti alla dea Iside affinchè assistesse gli animali nella procreazione. Al corno sono attribuiti poteri di allontanamento delle influenze maligne e della malasorte, a patto che rispetti determinate caratteristiche; deve essere:
- rosso (nel Medioevo questo colore simboleggiava la vittoria sui nemici);
- fatto a mano (in modo da acquisire il potere benefico dalle mani che lo hanno prodotto);
- donato da qualcuno e mai comprarlo per se stessi;
- risultare tosto (duro), vacante (vuoto), storto e cu' 'a ponta (a punta).
LE CORNA Fin dall'antichità greca e romana erano utilizzate per proteggersi dagli spiriti maligni e per propiziare fecondità e benessere in ragione della loro forma appuntita che agirebbe come difesa. Il gesto di fare le corna è utilizzato allo scopo di ributtare indietro l'augurio di cattiva sorte!



IL GIOCO DEL LOTTO L'originalità delle superstizioni a Napoli è legata al gioco del Lotto, che si diffuse nel 1682, e alla lettura della Smorfia. Per avere i "numeri giusti", i napoletani si affidano al 'libro della Smorfia', il cui nome deriva da Morfeo, dio greco dei sogni e del sonno. La Smorfia non è altro che l'interpretazione dei sogni e dei fatti quotidiani, in termini di numeri da giocare al Lotto.
[... Il Lotto è il largo sogno che consola la fantasia napoletana. Il popolo napoletano, che è sobrio, non si corrompe per l'acquavite, non muore di delirium tremens; esso si corrompe e muore per il Lotto. Il Lotto è l'acquavite di Napoli].
Tutti sappiamo che la superstizione è una credenza irrazionale ma nel dubbio sposiamo il detto  “non è vero ma ci credo”.



... Tutte le superstizioni sparse nel mondo sono raccolte in Napoli e ingrandite, moltiplicate poichè la sua credulità è frutto dell'ignoranza, della miseria e delle sventure che a Napoli si sono alternate dai diversi attacchi del colera all'eruzione del Vesuvio nel 1872].
                                                                                                 Matilde Serao
                                                                                             
 

Nessun commento:

Posta un commento